USA on the road

In giroola in moto sulla Route 66 - da Chicago a Los Angeles

29 Jan 24

Dopo le prime esaltanti esperienze mototuristiche alla fine degli anni '90, in giro per l'Italia e l'Europa, era stato quasi inevitabile farsi prendere dall'euforia e iniziare a immaginare i viaggi futuri, spingendo sempre un po' più in là la meta del viaggio.

Nel corso degli anni alcuni di quei viaggi li abbiamo poi fatti (Istanbul nel 2012, Capo Nord nel 2017), altri (Marrekech, Ulan Bator, la Ruta 40, ...) sono ancora lì che aspettano l'occasione giusta, e/o di vincere alla lotteria (bisognerebbe però almeno comprare un biglietto mi sa...)

Uno dei "viaggi mitici" di cui parlavamo spesso era il coast-to-coast negli USA, ma visto che bisognava andare fin là, con in più lo "sbattone" di spedire le moto avanti e indietro, si pensava di ottimizzare facendo un coast-to-coast-to-coast di almeno un mese: dalla Florida alla California, poi su fino al Canada e indietro fino a New York.

Ma gli anni passavano, e un mese di fila di tempo (più tutti i soldi che servono) per fare questo viaggione era difficile metterli insieme.

E allora io e Elena ci siam decisi a farne almeno un "pezzetto" (che son comunque sempre 4.000km abbondanti in 2 settimane) seguendo la "old route 66" da Chicago a Los Angeles, portandoci dietro anche Eric, che era ben felice di fare 15 giorni di "vacanza extra" subito subito appena ricominciata la scuola.
Le moto alla fine non le abbiamo spedite, meglio prendere a noleggio un paio di Harley Davidson direttamente là.

Quello che segue è una specie di "diario di viaggio" scritto - e fotografato - e condiviso giorno per giorno su facebook.
Poi, per non rischiare che questi momenti andassero perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia, ho deciso di salvarli anche qui  😀
(ci sono più foto per ogni giornata, si possono "sfogliare" scorrendo verso sinistra. O verso destra, dove preferisci, tanto arrivato in fondo ricominciano)

USA targhe auto

Route 66 - prima di partire

Riassuntone dei giorni precedenti
Giovedì dedicato interamente al volo - 10 ore sull' "apparecchio", 3 film di cui uno bello e uno fantastico (cocainebear, se vi capita...) - trasferimento a Chicago Downtown > hotel > stanza > letto.
Venerdì sveglia prima dell'alba: alle 4.30 eravamo tutti e 3 a giocare col telefonino mentre aspettavamo che aprisse la cucina. Poi tra una balla e l'altra siam scesi alle 8 e siamo entrati in modalità "pasto in vacanza": colazione abbondantissima, che deve bastare anche come pranzo, e poi cena leggera. Poi siamo partiti alla scoperta di Chicago a piedi, abbiamo camminato tutto il giorno, non so di preciso ma a spanne penso che un 15-20miglia le abbiamo portate a casa. Abbiamo visto un po' grattacieli e qualche parco, un hamburgerino al volo (che Eric, non avvezzo al ritmo "vacanza in moto" alle 10 aveva già fame) breve pausa shopping per comprare delle scarpe, e siamo rientrati per una doccia e uscire per cena. Invece poi alle 7pm eravamo già tutti e 3 collassati nel letto. Maledetto jet-lag.

Route 66 day#1 - Chicago (IL) > Springfield (IL)
220mi (355km)

Stamattina colazione (abbondantissima) alle 6.30 (tanto eravamo già svegli dalle 5), poi uber fino di nuovo all'aeroporto che lì vicino c'è il posto dove abbiamo noleggiato le moto. Meno male che eravamo in anticipo che poi tra consegna moto, sistemazione bagagli nei bauletti, impacchettamento delle valigie (che ci spediscono a L.A.), regolazione manubri storti, montaggio supporti telefono e altre stronzatine, siam partiti che erano le 10.30 passate.
I primi km (anzi: le prime miglia) eravamo un po' timorosi nel traffico, con ste moto pesanti e maneggevoli come un un ducato (vecchio e senza servosterzo), con la paura di fare qualche cazzata a stop/semafori e con la strada per uscire da Chicago a 5 corsie e piena così di camion. Poi è andata man mano migliorando, ma dobbiamo ancora mettere bene a fuoco 2-3 cosette.
Intanto non è così vero che se non rispetti i limiti al millimetro ti sparano / arrestano subito. Noi andavamo a 55mph (+/- 90kmh) e ci superavano tutti anche i camion giganti. Uscendo poi dall'autostrada e mettendoci finalmente sulla "old 66" abbiamo trovato molto meno traffico e devo dire che si viaggia abbastanza tranquilli. Talmente tranquilli che il primo stop senza semaforo la Bosio ha pensato bene di passarlo senza nemmeno mollare il gas (io almeno un po' ho rallentato). Dopo un minuto vedo negli specchietti una macchina con tutti i lampeggianti che arriva a mille all'ora e onestamente mi sono abbastanza cagato. Poi però ci ha superato e se n'è andata senza nemmeno spararci. Meno male va.
Parlando poi con Jack e Mike del museo/gas station a Dwight ci hanno detto di guidare pure tranquilli, che anche a 10-15 sopra il limite, se non fai altre stronzate, non ti fermano. Proveremo e vi faremo sapere. Per ora ci siamo assestati su un dignitoso +5 di tolleranza, tanto oggi col vento laterale che c'era non era facile andare più forte.
Agli stop invece non abbiamo ancora capito bene come funziona. Si fermano un po' tutti - adesso anche Elena - ma poi la precedenza la danno a volte a destra, a volte a sinistra, a volte alle moto, a volte... boh!? Domani magari chiediamo a qualcuno se ci spiega bene come funziona.
Per il resto che dire... se già da buon italiano gli spazi che ci sono in Francia tra un paesino e l'altro sembrano enormi, qui il concetto di "aperta campagna" va un po' fuori scala. Tra un paesino e quello dopo ci sono 15-20 miglia di campi e prati e basta. Qualche silos gigante. E un (molto) grosso capannone della Ferrero a Bloomington. E km e km (miglia e miglia) di prati tagliati e curati. Devono passare tutti un sacco di tempo a tagliare l'erba. Poi nel tempo che avanza tappano le case e le strade per il campionato mondiale di addobbo di halloween.
Bon, per oggi la chiudiamo qui, 200miglia percorse come prima tappa, siamo a dormire a Springfield (una delle tante che ci sono qua e là negli states) (ma non quella dei Simpson), praticamente in tangenziale, tra distributori di benzina e mc donald's e concessionari d'auto.
Stasera abbiamo resistito più delle precedenti, alle 10 ha ceduto solo Elena. Secondo me con il jet-lag la sistemiamo!
A domani

Route 66 day#2 - Springfield (IL) > Rolla (MO)
240mi (385km)

Stamattina siam partiti di buon'ora per non fare le corse come ieri.
Tanto alle 5 Elena e Eric erano già lì a giocare col telefono, mentre io cercavo di tirare almeno le 7.
Quindi colazione presto e via che si va. La prima metà della giornata il paesaggio era più o meno lo stesso di ieri: campi e prati e prati e campi, qualche silos qua e là, qualche casa qua e là, una di queste candidata seriamente a miglior addobbo di halloween, con un babaciu di paglia alto almeno 15piedi (4/5 metri) che sembrava Eddie degli IronMaiden e altri mostri e ragni giganti nel giardino. Più uno spaventapasseri crocifisso. 10 e lode. Purtroppo non abbiamo una foto perché Elena quando fa strada (cioè sempre, visto che il portatelefono con googlemaps è suo) si ferma solo per far benzina. 1 volta ogni 250miglia. Ieri sera mentre già dormiva le avevo anche preparato tutto un bel percorso con le tappe fatto proprio bene, ma poi lei allo stop (adesso si ferma sempre eh) mi fa "il tuo percorso dice di andare a destra, ma io ho visto un cartello [Route66] che dice a sinistra!" - e così abbiamo fatto 40miglia in più del previsto, compreso poi anche l'attraversamento di St.Louis passando dai peggio quartieri (che Eric dice di non aver visto nemmeno in GTA V)
Alla fine però anche oggi ce l'abbiamo fatta. Abbiamo pure attraversato il Mississipi e siamo entrati in Missouri, dove il paesaggio, almeno finora, è un po' più vario e ondulato.
Devo dire che qui sono parecchio devoti: a parte chiese (capannoni con una croce perlopiù), pubblicità di varie chiese luterane/anglicane/evangeliche/chipiunehapiunemetta, c'era anche un' avemaria pubblicata su N cartelli al bordo di un campo di mais. E stasera non mi hanno dato la birra al ristorante, visto che è il giorno del signore. Annus Domini ventiventitrè.
Oggi poche foto, come dicevo all'inizio Elena non si ferma mai. Peccato perché la giornata è stata davvero splendida. Speriamo domani di farne qualcuna in più.
(Stasera il percorso se lo sta preparando lei, così magari si fida di più e poi lo segue).
Ah! Negli USA penso che gli insetti NON esistano* : dopo 2 giorni e quasi 800km ho la visiera del casco più pulita di quando siamo partiti.  Sapevatelo.
(* a parte 2-3 cimici che forse hanno trasvolato l'oceano nelle tasche dei giubbotti e abbiamo poi visto camminare in giro a Chicago)
Vado a far la doccia.

Route 66 day#3 - Rolla (MO) > Tulsa (OK)
325mi (523km)

Oggi tappona dal chilometraggio importante.
Ma adesso che abbiamo capito come si passano gli incroci, e che puoi anche viaggiare un 10% oltre il limite senza che la polizia ti insegua con gli elicotteri, si viaggia abbastanza bene.
Dopo questi primi giorni possiamo confermare alcuni dei luoghi comuni più comuni:

  • tutto è grande: gli spazi, i fiumi, le strade, le auto (soprattutto i pick-up), i camion, i treni (oggi ne ho misurato uno che stava partendo, era più di 1miglio (1600m), ...
  • qui negli stati del mezzo votano trump (o almeno, i democratici, se ci sono, non scrivono "biden" sui muri delle case)
  • ci sono dei paesini che sembrano dei campeggi, con le roulotte e i camper in mezzo al bosco e le macchine parcheggiate a fianco
  • le case hanno il portico con su la sedia a dondolo

Lungo la (old)route66 ci sono praticamente solo

  • negozi di ricambi per auto
  • fast food
  • benzinai
  • banche
  • veterinari
  • dentisti
  • chiese e pubblicità di chiese
  • pubblicità di avvocati che ti dicono di fare causa se hai avuto un incidente
  • animali morti (cerbiatti, procioni, scoiattoli, opossum, gatti
  • oggi sono iniziati i primi mega-recinti con le mucche al pascolo

Oggi molte meno case a tema per halloween, ma una mi sono fermato a fotografarla, tanto per rendere l'idea. Qualcun'altra invece non ha nemmeno troppo bisogno degli addobbi e va già bene così com'è.

In giro, anche lungo la strada "famosa" che stiamo facendo noi, ci sono poche moto. Forse sarà per questo che ogni volta che ci fermiamo arriva qualcuno a parlare, a chiedere da dove arriviamo e a raccontare la sua storia.
Il primo giorno a pranzo abbiamo incontrato quella che si è presentata come la prima donna presidente di una associazione di harley (35 anni fa).
Oggi pomeriggio invece mi sono fermato a fotografare un vecchio pickup tutto arrugginito (uno dei tanti) ed è uscito di casa questo Mickey Bulger, che ci ha raccontato tutta la storia della sua famiglia, poi ci ha chiesto di entrare in casa a firmargli un vecchio atlante con le cartine di tutti i paesi del mondo, indicando sulla cartina da dove venivamo (avrà avuto qualche migliaio di firme da tutto il mondo), poi mi ha regalato una cartolina dell'officina di suo padre e mi ha chiesto quando torniamo in Italia di mandargli una cartolina di casa nostra.
Mentre eravamo in strada a parlare con Mickey si ferma anche un altro motociclista e ci spiega che quella è una zona di riserve dei nativi americani e che poco distante ci sono dei posti meravigliosi da girare in moto, pieni di curve in mezzo ai boschi in collina. Peccato che eravamo già in ritardissimo se no ci portava lui a fare un giro.
Poco dopo ci fermiamo a fare benzina e arriva questo gigante tipo stoick l'immenso a chiedere chi siamo - da dove veniamo - dove andiamo - un fiorino, e poi ci fa vedere la foto della sua moto (una indian spettacolare da esposizione) e ci dice che appena va in pensione, tra 5 anni, si porta la moto in Michigan col pickup e poi fa tutta la 66 anche lui, che anche se ci abita praticamente sopra, e ha girato tutti gli stati uniti col suo camion, lui la 66 non l'ha mai fatta tutta e ci invidia tanto.
Bisognerebbe avere un mese, fare le tappe lunghe la metà e fermarsi a perdere tutto il tempo che serve...

Non mi spiego solo una cosa. Con 'sti tizi, mediamente vecchi che parlano un inglese "particolare" (con accento molto marcato) riesco a parlare per mezz'ora senza problemi. Con le reception degli alberghi più o meno anche. Con quelli/e che prendono gli ordini a pranzo/cena invece non capiamo mai che cazzo ci chiedono / ci propongono. Anche se gli spieghi che parli male, che sei italiano, che non hai capito, loro ti ripetono la stessa cosa nello stesso modo, 3 volte, 4 volte, e alla fine gli dici "si ok". E poi finisce che di contorno ti portano una merda.
 

Route 66 day#4 - Tulsa (OK) > Clinton (OK)
200mi (320km)

Oggi, come dicevano le previsioni, abbiamo preso pioggia quasi tutto il giorno, e anche tanto vento.
La "vecchia" 66 era tutta piena di buche e pozzanghere, e col vento forte toccava andar pianino e fare attenzione.
Nell'ultimo tratto di highway bisognava invece far attenzione ai camion enormi che anche con pioggia e vento forte vanno via senza problemi a 70-75mph (115-120kmh)
Quindi adesso abbiamo deciso che "balziamo" la cena, sistemiamo le tracce per le prossime tappe e cerchiamo di far asciugare tutto per domani mattina (che forse, però, fino a mezzogiorno mi sa che la prendiamo di nuovo)
Che ci vuoi fare, quando fai le vacanze in moto ogni tanto capita... 🤷‍♂️
Per cui oggi poche pause - solo per caffè e benzina - e una sola foto lungo la strada.
Però bella, dai...! 👍

Route 66 day#5 - Clinton (OK) > Amarillo (TX)
190mi (305km)

Dopo la pioggia di ieri, stamattina la situazione era un'unica striscia di pioggia in tutti gli stati uniti, larga esattamente da Clinton ad Amarillo. Quando si dice il culo...

Ma noi siamo viaggiatori esperti e sappiamo quando è il caso di aspettare, così siamo rimasti a letto a cazzeggiare fino alle 8, poi colazione, poi con una brugola presa a prestito dal manutentore dell'hotel (non capendoci troppo con le misure mi ha portato un barattolo con un 30-40 "allen keys" dentro) abbiamo sistemato la leva del cambio della moto di Elena, che era impostata su "off-road cattivo" (un po' troppo alta)

Finalmente si son fatte le 10 e piovigginava solo, e siam partiti. Oggi tappa tutto sommato tranquilla, e ci siamo concessi un caffettino alla Conoco Tower Station & U-Drop Inn Cafe.

Quando siamo ripartiti è uscito anche un po' di sole e siamo entrati in Texas.

Vi ricordate l'altro giorno che vi dicevo degli spazi enormi etcetc...? Scherzavo. O meglio: non avevo ancora visto il (questo pezzetto di) Texas. Fa quasi paura. Domani se riesco mi fermo a lato strada e provo a fare una foto che renda almeno un minimo l'idea.

Comunque poi, ridendo e scherzando siamo arrivati ad Amarillo, viaggiando tranquilli che c'è sempre 'sto vento abbastanza deciso da sud a nord, e quando ci passano i camion supatiamo per  un paio di minuti ogni volta (oggi ero a 75mph e un camion sarà andato a 80-85...)*

Io avevo puntato questo bellissimo baretto invitante ad Amarillo (coyote bluff cafè), ma purtroppo quando siamo arrivati aveva appena chiuso... :(

Abbiamo quindi dirottato verso un elegante localino dall'arredamento sofisticato dove Eric voleva provare la "72oz steak free" (ma free solo se la finisci entro un'ora, se no la paghi) - alla fine ha fortunatamente deciso per una più modesta "man vs food tribute" da 6etti.

Avendo pranzato alle 4pm, anche oggi raggiungiamo il nostro bravo hotel in periferia, doccia, tv con nba e notizie meteo di uragani messicani, e prepariamo la tappa di domani.

(* = va bene che da giovane in moto andavo un po' più forte, ma oggi in autostrada ci ha superato UNA CASA !)

Route 66 day#6 - Amarillo (TX) > Santa Fe (NM)
310mi (500km)

Oggi sveglia all'alba (foto a conferma) perché la tappa era lunghetta.
Dopo nemmeno 15minuti tappa al Cadillac Ranch. Siamo arrivati appena prima che iniziasse a riempirsi di gente e abbiamo fatto le nostre brave foto da bravi turisti.

Rimontiamo in sella e puntiamo verso ovest. Dopo 60mi passiamo il confine con il New Mexico, dove il paesaggio cambia da "praterie e allevamenti" a "cespugli e deserto" e dove scopriamo la marijuana essere legale dal 2009 . Lo scopriamo provando a visitare il paese di Glenrio, che consta di un edificio con insegna "smoke shop" e basta. Poi dopo 1miglio la strada finisce, diventa sterrata e punta verso il nulla. Facciamo dietro-front e ci rimettiamo sulla I40 fino a Tucumcari, che i cartelli pubblicitari in autostrada preannunciavano già da 100mi, ma che alla fine è uno stradone a 6 corsie, che ne incrocia un altro a 4 corsie, con vecchi motel abbandonati, ristoranti abbandonati, benzinai abbandonati e qualche casa nelle retrovie. Per fortuna qualche ristorante è ancora aperto così facciamo uno spuntino in un altro bel localino molto anni '50.

Dopo altre 70mi ci fermiamo per fare il pieno e mangiare pringles e snickers, poi ripartiamo e di colpo (di nuovo) il paesaggio cambia: da "tutto piatto" diventa "stile far west" con le montagne quelle piatte dove nei film di solito spuntano gli indiani a cavallo in cima.

Visto che di strada ci passavamo vicini facciamo ancora una pausa "sgranchimento gambe" a  (The Original Historic) Las Vegas:  in questa versione (new)messicana non ci sono casinò e palazzi e cosecosì, ma dopo tutta questa strada è il primo centro abitato che ha un qualcosa di vagamente familiare: c'è una piazzetta centrale con le piante e le panchine e i negozi e i ristoranti e un hotel, e attorno le case sono una attaccata all'altra (fin qui ogni casa aveva come minimo 1ettaro di prato attorno)

Ripartiti per l'ultima tappa di giornata, verso Santa Fe inizia a fare freschino (17-18°), e arriviamo alla meta un po' stanchini (vento contrario/laterale tutto il giorno anche oggi - in più oltre i 4.000giri / 65mph la pan america, da brava harley, vibra in maniera abbastanza fastidiosa, non proprio il top per una moto del genere)

Posiamo le borse in albergo, poi passeggiata di mezzo miglio nella ormai consueta "zona tangenziale" per andare a cena. Rientrando in hotel scopro che forse uno dei motivi per cui qui è freschino è che siamo a 2.200m. 200m più alti di Sestriere, che è il comune più alto delle Alpi in Italia. Non pensavo, anche perchè qui attorno è tutto piatto, non sembra per niente montagna.

Per oggi direi che è tutto. A domani!

P.s.: per la rubrica "cose strane che ci sorpassano", oggi segnaliamo:
- "trenino" di 4 camion, dove il secondo aveva le ruote anteriori appoggiate sul retro del primo, il terzo sul secondo, e l'ultimo su quello davanti a lui
- elicottero in retromarcia (anche lui "appoggiato" sul rimorchio gigante di un pick-up gigante

P.p.s.: abbiamo "guadagnato" un'altra ora di fuso, adesso siamo a -8 dall'Italia

P.p.p.s.: un tizio al distributore mi ha detto che nel weekend le previsioni danno neve in texas. Speriamo nel far west vada meglio...
 

Route 66 day#7 - La Villa Real de la Santa Fe de San Francisco de Asís (NM)
10mi (15km)

Oggi il nostro viaggio fa una pausa di un giorno, ne approfittiamo per fare un po' di bucato e per fare un giretto nel centro de La Villa Real de la Santa Fe de San Francisco de Asís (questo sarebbe il nome ufficiale della città, ma per gli amici, per le targhe delle macchine e, penso, anche per la carta di identità, basta Santa Fe)

Visto che però l'albergo ce l'hanno prenotato a brandizzo di santa fe, per andare in centro prendiamo le moto anche oggi, così abbiamo modo di capire uno dei pilastri su cui si basa l'economia della città: i parcheggi. 10 dollari per parcheggiare la moto per strada 4 ore.

Gli altri pilastri dell'economia locale sono l'arte e i negozi di giargiatule per i turisti. Praticamente attorno alla plaza, a parte la cattedrale, ci sono solo gallerie d'arte, negozi di gioielli e arte indigena, negozi di souvenir. E ristoranti. E parcheggi, un sacco.

Oggi tra l'altro nella plaza stavano montando un palco e un sacco di addobbi che stasera e domani fanno la seconda (!) edizione della tradizionale (!) festa del Dia de los Muertos. Che noi gentilmente abbiamo deciso di balzare.

Ci siamo concessi un pasto frugale a base di burrito e chimichanga, innaffiato da mexican coke (che è la coca cola, ma imbottigliata nello stabilimento di Tijuana) (anche perché finora la cocacola non ce l'ha nessuno, dappertutto solo pepsi) (e se vuoi la birra devi dargli il documento) (ieri sera a Elena non l'hanno portata perché non aveva dietro la carta d'identità, si vede che non credevano avesse più di 21 anni) e abbiamo fatto ritorno a brandizzo.

Route 66 day#8 - Santa Fe (NM) > Gallup (NM)
265mi (425km)

La tappa di oggi prevedeva di attraversare Albuquerque, e per arrivarci abbiamo fatto una strada proprio bella e panoramica (touquoise trail) e zero trafficata. Figata.
Giunti ad Albuquerque improvvisiamo una deviazione per passaggio davanti alla casa di Walter White (poveracci quelli che ci abitano, hanno dovuto recintarla e mettere delle transenne per non farsi entrare la gente in casa...) e per arrivarci passiamo pure di fianco al suo autolavaggio.
Mentre siamo nella zona nord della città proviamo a fare un salto alla sede Harley Davidson per farci controllare 2 messaggi di errore che abbiamo sul display da quando siamo partiti, e le chiavi "wireless" che funzionano 1 volta sì e 3 no. Dopo mezz'ora di attesa senza che il tizio del motonoleggio si sia fatto vivo, ce ne andiamo. Han funzionato fino ad ora, speriamo resistano fino a venerdì. Almeno gli abbiamo scroccato 2 cocacole e il bagno.
Ripartiamo, ma visto che passavamo proprio vicinivicini a Los Pollos Hermanos, ci fermiamo a fare uno spuntino (madonna in che posto infognato che è 'sto posto...).

Ok, dopo aver perso abbastanza tempo torniamo sul percorso "originale" e puntiamo verso Acoma Pueblo (aka Sky City), un antico villaggio costruito in cima ad una "mesa', un posto davvero strano e bello che abbiamo visitato con una guida. Vedete le foto.

Per arrivarci abbiamo percorso una strada dove c'eravamo solo noi e i treni (loro sulla ferrovia a fianco, per fortuna). Ve l'ho già detto che 'sti treni merci sono lunghissimi? Uno oggi ho provato a "misurarlo" ed era 1,2mi (1,9km), ma non era fermo, andava in direzione contraria alla nostra, stimo almeno 1,6-1,8mi (2,5-3km). E quasi tutto caricato a container "doppi" (uno sopra l'altro).
Dicevo: c'eravamo solo noi e qualche treno ogni tanto, e ci salutavamo (noi a braccia, loro a "clacson", che fa un rumore che ti sposta...)

Finita la visita al pueblo, ripartiamo verso Gallup (no, non abbiamo - ancora - visto dei panettoni in giro), che si trova appena aldilà della "continental divide", che è la linea spartiacque che divide il territorio americano: da qui in poi tutta l'acqua che arriva, quando arriva, va verso l'Oceano Pacifico.

Entriamo in Gallup con il sole basso che tramonta. Non si vede una fava, ma in compenso le montagne e rocce rosse del Red Rock National Park, che sono proprio qui a fianco, con questa luce erano davvero uno spettacolo!

La Elena ci trova al volo un posto fighissimo dove far cena, appena prima di arrivare in hotel (che se no 'sti locali a volte alle 19 già chiudono)

Vabbè, pure oggi l'abbiamo portata a casa va. A domani!

Route 66 day#9 - Gallup (NM) > Flagstaff (AR)
220mi (350km)

Stamattina siam partiti abbastanza presto per riuscire a visitare la Petrified Forest. Alle 9.30, essendo a quasi 2.000m, faceva freschino.

Qualcuno ha detto treno?!
Dopo averne incrociati e superati a decine, aver tentato (e fallito) degli appostamenti fotografici, a fine giornata ne ho filmato uno intero, mentre ci eravamo fermati per sgranchirci le gambe e fare la foto in groppa al Jack Rabbit. Alle volte il destino. (Il video completo lo trovate nelle storie su instagram e facebook, poi per fine mese uscirà anche su Netflix e PrimeVideo).
Adesso mi manca solo di trovare parcheggiato un Piterbilt 379 nero, per farci una foto, e poi sono a posto.

Ma dicevamo, mattinata e inizio pomeriggio li abbiamo trascorsi nel parco nazionale della foresta pietrificata. Praticamente i tronchi degli alberi di una foresta di 200 e passa milioni di anni fa, che si sono pietrificati / cristallizzati. Già 'sti tronchi sono abbastanza sbalorditivi, ma il posto in cui si trovano... !!!
Per fare le 25mi (40km) di strada all'interno del parco ci abbiamo messo 4 ore, sarebbe da starci 2 giorni per camminarsi anche tutti i sentieri, all'alba e al tramonto penso sia la fine del mondo. E la notte ci dev'essere un cielo paiura.
Vedetevi le foto, e considerate che non rendono nemmeno un decimo di quel che sembra stando lì.

Finita la gita al parco ci siamo rimessi sulla 66, alternando highway e passaggi nei paesini, con la temperatura che continuava a calare (qui è un'immensa pianura a 1.500-1.800m) e all'arrivo a Flagstaff (2.100m) al tramonto col sole basso e luminosissimo dritto negli occhi, siamo arrivati a 6°C (il meteo dice che domattina ci saranno -7°C)

(Qui, al contrario che sulle nostre montagne, sotto in "pianura" c'erano solo cespugli e sabbia, e qui sopra i 2.000 ci sono pinete e foreste)

(Ah! Ieri in autostrada abbiamo passato un cartello che diceva di NON tirar su gli autostoppisti perché poco più avanti c'era un carcere)

(Ah! bis - in tutti questi giorni e km non abbiamo trovato nemmeno un autovelox e nemmeno un dosso rallentatore. Però guidano tutti in modo molto prudente e senza correre. A parte i camion sulle highway)

Bon, anche oggi l'abbiamo sfangata. Statemi bene, a domani!


"Che ore sono lì?"

Ieri eravamo in New Mexico con -8 ore dall'Italia.
Però in Italia stanotte era passata l'ora solare, qui invece non ancora, sarà domenica prossima (quindi -7)
Però poi poco dopo partiti siamo passati in Arizona. (quindi -8)
Però il Parco Nazionale della Foresta Pietrificata non adotta l'ora legale, rimane ora solare tutto l'anno. (quindi -9)
Poi però siamo usciti dal parco e siamo di nuovo in Arizona. (quindi -8)

 

Route 66 day#10 - Flagstaff (AR) > Williams (AR)
170mi (270km)

Oggi, come da programma, tappa breve per fare un bel giretto al Grand Canyon.

Oggi, come da previsioni, freddo freddissimo tutto il giorno.

Visto che di notte la temperatura è scesa sottozero, dormiamo mezz'oretta in più e cazzeggiamo un po' così che il sole possa tirar su qualche grado.

Tutto inutile.

Ci facciamo le prime 60miglia fino a Cameron dove arriviamo abbastanza infreddoliti, ci infiliamo nel bar sgarrupato della stazione di servizio e ci prendiamo delle cioccolate calde, che beviamo in mezz'ora così ci scaldiamo un po'.

Poi però tocca ripartire, e nonostante sia quasi mezzogiorno la temperatura non vuol saperne di andare oltre i 6-7°

Prendiamo la strada che costeggerà per un bel pezzo il south rim (il bordo meridionale) del canyon. In giro c'è poca gente, al primo punto panoramico le bancarelle sono chiuse e nel parcheggio ci siamo solo noi. I cartelli spiegano di fare attenzione agli animali (ma in giro abbiamo visto solo corvi, e un cervo che non ha retto l'urto di - forse - un camion) e al caldo (oggi gnün prublema)

Facciamo un po' di foto qua e là in vari punti panoramici, dove man mano incontriamo sempre più persone e auto, compriamo qualche souvenir da una donna navajo (penso), girando sempre intutati col casco in testa.

Il posto è decisamente notevole, ma forse per l'aspettativa alta, forse per il freddo boia, forse perché è tutto più abbellito e preparato rispetto alla selvaggitudine e al quasi abbandono dei giorni precedenti, forse per il freddo cane, forse perché si deve quasi far coda per fare una foto, forse per il freddo bastardoporco, forse perché non abbiamo incrociato nemmeno un treno,...

Si fanno quasi le 17 e iniziamo a tornare verso l'hotel. Nell'ora di viaggio per arrivare a Williams (che sembra molto molto bella, rispetto ad altri posti dei giorni precedenti), con il sole che tramonta bassissimo alla nostra destra, prendiamo un freddofreddissimo che arriviamo che tremiamo.

Non andiamo nemmeno in hotel, parcheggiamo le harley, ci infiliamo in uno dei locali a tema "route66" e ci scaldiamo con un bel piattone familiare di roba varia grigliata e barbecuata, molto molto buona.

Poi risaliamo in moto per fare l'ultimo km fino all'hotel, così prendiamo ancora un po' di freddo.

Stanotte danno -6°.
Meno male che non siamo in tenda.

Route 66 day#11 - Williams (AR) > Laughlin (NV)
190mi (305km)

Dopo il frescolino dei giorni scorsi, anche stamattina l'aria è bella frizzante, quindi come da prassi ormai consolidata diamo un po' di tempo al sole di fare il suo lavoro, consumando in camera la peggior colazione di tutto il tour.

Carichiamo armi e bagagli e torniamo a seguire la 66, attraversando una serie di paesini che una volta offrivano motel, ristoranti, distributori, caffè, mentre adesso sono quasi totalmente convertiti (qui più che negli altri posti attraversati finora) a negozi di souvenir. E allora ci sta che mi compro la maglietta.

Questa giornata ci ha riservato però parecchie sorprese positive:

1 - foto con il piterbilt. Purtroppo non è il 371 nero che sognavo, ma questo giallo scrauso mi piace assai!

2 - avanzando nel corso della giornata le temperature hanno iniziato ad alzarsi e abbiamo viaggiato quasi tutto il giorno con 20°C, e all'arrivo ce n'erano 27°C

3 - a un certo punto (walnut creek) la strada devia e si trasforma, da strada tutta dritta e piatta diventa una strada tutta ondulata, asfaltata male, con cartelli minacciosi che dicono "camion enormi vade retro", "NON PASSARE in caso di strada allagata", "IN CASO DI ALLAGAMENTO TORNA INDIETRO - NON ANNEGARE", "FA TENSIÙN!" e altri su questo tipo. In pratica bisogna passare le montagne per andare verso ovest, e le 2 zone a fianco delle montagne penso diventino poco praticabili in caso di (poco frequenti?) piogge abbondanti. In pratica abbiamo "guadato" una decina di letti (asciutti) di corsi d'acqua. Nonostante i cartelli, tutta la zona è piena di casette / baracche / roulotte / camper, collegati alla strada scrausa (su cui viaggiamo noi) da strade sterrate e sentieri lunghe km e km. Un posto davvero strano. Poi la strada inizia a salire verso il passo e - incredibile ma vero - facciamo un po' di curve e anche qualche tornante. Ai 10 all'ora che la strada fa davvero schifo, ma dopo 10 giorni sempre dritti è già qualcosa. Prima del passo ci fermiamo a quello che ai tempi d'oro era un negozio-bar-benzinaio-... a fare merenda, e poi ripartiamo per fare le terrificanti (a loro dire) 8 miglia con ben 191 curve. Con tanto di cartello celebrativo per essere sopravvissuti alla fine dell'impresa (se vengono a fare il tuttipassi non so se sopravvivono)
Dall'altra parte della montagna c'è 'sto paesino / posto di passaggio (Oatman) con gli asini che girano liberi per il paese e per le strade fino a qualche miglio prima/dopo, e di nuovo zona a rischio allagamenti e guadi di letti asciutti, e polvere e simil-cactus come quelli che si vedono in Rango.

Fino a Bullhead / Laughlin, dove dormiamo stanotte, che in pratica è una Las Vegas triste per poveri anziani. Almeno, a noi ha fatto quest'impressione.

Ma almeno
4 - ho finalmente potuto ordinare una "Pizza Pepperoni", come nei film! Non era nemmeno troppo malaccio dai...!

(alla fine dall'Arizona al Nevada l'ora non cambia, perché pur essendo in 2 fusi orari diversi, in Arizona non adottano l'ora legale, per cui fino a domenica prossima l'ora è la stessa) (state attenti, mi raccomando!)

Route 66 day#12 - Laughlin (NV) > Victorville (CA)
210mi (340km)

Oggi le temperature si sono alzate: quando siamo partiti c'erano 16, quando siamo arrivati 24. Si starebbe benissimo se di temperatura non si fosse alzata anche la mia 🤒
Non so a quanto, ma dopo 2 giorni che starnutivo, oggi non starnutivo più, ma sono stato un po' rincoglionito (più del solito) tutto il giorno.

Ma visto che siamo arrivati fin qui, conviene andare avanti (rispetto a tornare indietro a Chicago)!

Per cui ci lasciamo alle spalle quella via di mezzo tra Las Vegas e la sala bingo di Borgaro dove abbiamo passato la notte e dopo aver scavalcato qualche montagnetta non troppo alta iniziamo ad attraversare (costeggiare in realtà) il deserto Mojave. Da vicino è effettivamente tutto sabbioso, ma c'è una quantità senza fine di piccoli cespugli verdi, ce n'è tipo uno ogni 10 metri, che quanto guardi l'orizzonte sembra quasi una prateria tutta verde. Però, a differenza di tutti gli spazi che abbiamo attraversato finora, non si sono viste case / baracche / camper / roulotte per miglia e miglia e miglia. Probabilmente quando fa caldo davvero (oggi c'erano 24°) dev'essere un posto un tantino inospitale.

È un po' che non vi parlo di treni, ma loro ci sono sempre, e ogni tanto qualcuno quando ci incrocia, o quando lo superiamo, ci saluta con un colpo di "clacson". Basta poco per farmi felice 😄

Dopo una pausetta per rinfrescarmi un po' in un'area sosta dove i cartelli ti avvertono di far attenzione ai serpenti a sonagli, tiriamo dritto fino a Calico, un ex villaggio di minatori abbandonato (tra fine '800 e inizio '900 estraevano argento) e ora recuperato come meta turistica (Calico Ghost City) - a parte alcune pacchianate - spero legate al periodo di halloween - è stata una bella visita, e abbiamo pure pranzato in un piccolo saloon!

Poi ancora un po' di strada. Ormai siamo diventati bravi ad andare un po' oltre il limite sulle statali, come fanno tutti, e anche a fermarci agli stop e ai semafori. Attraversiamo un paio di cittadine e paesini e arriviamo in albergo, dove mi sono appena preso un the caldo e una tachipirina.

Hasta manana!

Route 66 day#13 - Victorville (CA) > Santa Monica / Los Angeles
120mi (195km)

Eccoci qua. Route 66 finita.

Anche se in realtà la "Old Historic 66" mi sa che l'abbiamo finita ieri.

Da Victorville in pratica siamo entrati in una strada prima a 2 corsie, poi 3, poi 4, poi 5, poi qualche punto 6...

Avevamo anche pensato di entrare in Los Angeles passando da una bella strada di montagna, la "Angeles Crest Highway", un centinaio di km di curve che salgono fin oltre i 2000m prima di ridiscendere verso l'oceano, ma purtroppo dopo una tempesta della scorsa estate (2022) è ancora interrotta in un paio di punti. Peccato.

Quindi autostrada.

Prima di arrivare all'oceano facciamo una puntatina all'osservatorio astronomico, visto che Eric ci ha detto che - prima di schiantarcisi contro con un dirigibile in GTA V - si ricorda che c'era un bel panorama. E in effetti è un posto bello panoramico, da cui si vede la scritta HOLLYWOOD sulla collina (se ingrandite la foto la vedete anche voi), si vedono i grattacieli, si vede anche Corso Francia e il Musinè. A no...  però un po' sembra...
Si vede anche una bella cappa di smog, proprio come a Torino, complice anche una giornata bella calda, su all'osservatorio a mezzogiorno abbiamo passato i 30°.

Poi ci facciamo una bella strada passando da Hollywood Boulevard, da Beverly Hills, da Sunset Boulevard, fino ad arrivare a Ocean Avenue, dove parcheggiamo le harley e andiamo a fare la foto di rito al cartello di "fine 66" e all'oceano, e a mangiarci un hamburger. Pucciatina di piedi nell'oceano e poi dobbiamo ripartire che se no ci chiude il negozio dove dobbiamo riconsegnare le moto.

Come in tutte le grandi città, il traffico è veramente una merda, ma ormai padroneggiamo moto e codice della strada come dei veri bikers autoctoni, e passando solo un paio di rossi e un paio di inversioni a U vietate, arriviamo alle 16.58 (che chiudeva alle 17)

Bon.

Finito.

Adesso siamo in albergo, e tra poco scendiamo a mangiare l'ennesimo hamburger. Con la pepsi con un quintale di ghiaccio (anche con 6° fuori te ne mettevano mezzo bicchiere). Poi domani tiriamo le somme.

(le foto includono la passeggiata della mattina tra il "pueblo" storico di Los Angeles(foto della passeggiata di stamattina tra il "pueblo" storico di Los Angeles i grattacieli, e pellegrinaggio finale a casa dei Lakers), i grattacieli e pellegrinaggio finale a casa dei Lakers)

Route 66
2690 miglia - 4330chilometri

Che dire... è stato proprio un bel viaggetto!
È stato il primo in moto in famiglia, spero non sarà l'ultimo in moto tutti assieme. Ma non penso che Eric vorrà farne altri seduto dietro. Si è comportato bene da passeggero, sopportando la pioggia, il freddo, il caldo e anche i continui consigli e raccomandazioni di Elena che continua a trattarlo come un bambino anche se nell'ultima foto con i piedi a mollo nell'oceano è (sembra) più alto di me.

Siamo partiti da Chicago con il freddo, tutti timorosi della terribile polizia dei film e dei notiziari e super-concentrati a non far troppe cagate guidando, siamo arrivati a Los Angeles con il caldo e un po' più rilassati, ma comunque attenti a non far troppe cagate nell'incasinatissimo traffico della metropoli.

Nel mezzo abbiamo visto tante americhe diverse: i giganteschi campi coltivati, le case in mezzo al nulla col prato tutto curato per ettari, i camion enormi e veloci, le recinzioni infinite con dentro qualche mucca ogni tanto, i paesini mezzi abbandonati con solo qualche bar "anni 50", i pick-up enormi e smarmittati, altri paesini fatti di baracche e roulotte in mezzo alla polvere e alle erbacce, pale eoliche a perdita d'occhio dove in effetti il vento non ha mollato per 4 giorni, gli "homeless" per strada in tutte le cittadine e città più grandi, i grattacieli, il deserto, le riserve indiane, un sacco di hamburger e pepsicole col ghiaccio a ogni ora del mattino-giorno-sera, il deserto e l'oceano.
E tantissimi treni lunghi lunghi che non finivano più.

Forse, giudicando anche le pochissime moto incontrate per strada in queste 2 settimane, questo viaggio si poteva fare - faticando meno - con un bel RAM 2500 con il portabibite e il clima e l'autoradio.
Ma a noi ci piace così!

Harley Davidson Pan America

Com'è andata la H-D PanAmerica in queste 2 settimane attraverso gli stati uniti?

Partiamo dalle cose buone:

  1. Posizione in sella per me quasi perfetta (per questo tipo di viaggio) - manubrio / sella / pedane al posto giusto per viaggiare comodi e rilassati.
  2. Sella comodissima. Anche guidando tutto il giorno senza spostare il peso per far curve, sempre lì piantato fermo immobile, mai avuto male a culo o schiena
  3. Il motore tra i 3 e i 4.000 giri è bello pastoso. E in 2 + valigie tra gli 80 e i 110 si viaggia bene.
  4. Protezione aerodinamica buona: nemmeno un moscerino sulla visiera in 2 settimane (ce n'erano pochi, ma su valigie e parabrezza un po' ce n'erano)

Bon.

Cose non buone:

  1. Pesa tanto. Ma una volta in movimento... continua a pesare tanto. Forse le gomme un po' kilometrate e squadrate non hanno aiutato, e essere in 2 con le valigie nemmeno, ma le curve (quelle poche che abbiamo fatto) le fa proprio un po' con fatica.
  2. Il cavalletto laterale fa schifo. O meglio: quando l'hai messo puoi saltare sulla moto e non si muove di lì, ma a metterlo e toglierlo rischi sempre di farla cadere (dall'altra parte)
  3. La chiave "wireless" fa schifo. Funziona 1 volta di e 4 no. Forse aveva solo la batteria scarica. Ma 2 su 2 moto, di anni e km differenti mi fa pensare che non sia solo quello.
  4. L'app che connette il telefono e fa da navigatore fa schifo. Non funziona mai. Ma davvero mai. Ti da la possibilità di scaricare mappe offline di tutto il mondo, ma poi se non sei collegato si pianta e va in crash. Pessima e inutilizzabile.
  5. Scalda tanto. Col freddo dei primi giorni non ce ne siamo accorti troppo, ma ieri e oggi mi sono veramente cotto le gambe.
  6. Sotto i 3.000 strattona, sopra i 4.000 vibra. Non il massimo per viaggiare. (a 4.000 sei a 95-100kmh)
  7. Per far entrare la "folle" da fermo serve tanta fortuna. Oppure devi spegnere il motore. Sperando che poi si riaccenda subito (vedi punto 3)
  8. La frizione a freddo attacca di colpo, zero modulabile (poi da calda molto meglio)
  9. Eric dice che la sella dietro è peggio di quella del vecchio Multi 1200. E che non sapeva dove tenersi (con le valigie montate se ti tieni alle maniglie le tocchi con le nocche). E, sempre con le valigie montate, non puoi muovere i piedi nemmeno di 1cm.

L'unica moto simile provata da me a lungo e in viaggio, il mio vecchio multi 1200, vince a mani basse quasi su tutto, tranne posizione di guida e sella "da viaggio". Dovessi rifare un viaggio simile forse sarebbe meglio il GS750 di Elena.

Conclusione.

Come sempre accade, parti con un'idea in testa e poi quando sei in viaggio scopri un sacco di cose che non ti aspettavi, anche se visiti dei posti che pensavi di conoscere già abbastanza bene, dopo averli visti mille mila volte in tv.

Forse perché, come diceva il buon Robert (M. Pirsig): "Se fai le vacanze in motocicletta le cose assumono un aspetto completamente diverso. In macchina sei sempre in un abitacolo; ci sei abituato e non ti rendi conto che tutto quello che vedi da quel finestrino non è che una dose supplementare di tv. Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice. In moto la cornice non c’è più. Hai un contatto completo con ogni cosa. Non sei più uno spettatore, sei nella scena, e la sensazione di presenza è travolgente."

Chiudo con un'altra citazione (questa di un anonimo motociclista greco, nell'estate del 2012, al porto di Ancona): "GOOD TRIP. RESPECT!" ✌